domenica 10 febbraio 2013

N# 0 - Non veregghechiù (ovvero: essi vivono)

Brescia, Pasticceria Zilioli, sabato 9 febbraio 2013 ore 19.00 
Così decisi di tornare a fare l'Hashtaggabrighe 
(Tratto da una storia vera) 

"E' l'unico davvero credibile"


Restavo un po' per caso, spalle al muro 
la sera, di un sabato a riposo, 
lo velopendulo a sollazzare duro
in loco donde poco spesso oso,
con succo d'uva bionda, vino mio,
olive, pizze ed altro ben d'Iddio.

Quand'ecco alle mie spalle che comparve
discorso finemente impellicciato,
olezzo immondo di parole-larve.
La stola di sorecco ghepardato 
per vezzo, appesa al collo del giubbotto, 
tenea incollata al jeans, da gran bardotto!

I capellacci brizzo-riccioluti 
avea ingellati come se lumaca
con movimenti viscidelli lenti e muti 
avesse usato al posto della lac(c)a.
Con tono assai mellifluo da bresciano
tesseva, questo, lodi dell'arcinoto Nano:

"Restituire vuole a noi la tassa
quale motivo avrebbe per mentire?
Le mani metter vuole nella cassa
e al popolo il maltolto risarcire"
Così diceva un po' tra il lusco e il brusco
facendo grande elogio del Bislusco:

"Al punto in cui sta messo io non credo 
che ingannarci possa (un'altra volta)
ragioni per menzogne non ne vedo, 
sincerità nel dire suo ho colta".
Così diceva, immondo crapulone,
facendo la figura del coglione.

La mano mia tremante pose il calice
ed afferrò la testa, per l'insulto
costretta a rovesciarsi come salice
di fronte a chi persevera nel culto
del miliardario Silvio il Menzognero
da qualche anno esperto puttaniero.

"Orsù - avrei detto - insomma, caro mio
è chiaro che si tratti di promesse 
buttate senza alcun timor di Dio, 
di immani balle, fritte, cotte e lesse  
e preparate con grande attenzione 
apposta per un minchia credulone"!

Ma poi trattenni già questi pensieri,
rabbioso me ne andai da quell'ostello
giurando lì, a me stesso, oggi come ieri,
di perforare il cranio ed il cervello
di quanti ancor, con piglio fanfarone,
volessero votare per Silvio l'imbroglione 

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